Domenica 15 Novembre presso il Ristorante Cascina
Marchesa – C.so Regina Margherita n. 371, Torino - (parco della Pellerina
-
http://www.cascinamarchesa.com
), ritrovo presso il ristorante stesso alle ore 12,30.
Chi avesse difficoltà a raggiungere il ristorante con mezzi propri è pregato di
segnalarlo ad AVIS Comunale Pianezza e noi provvederemo ad organizzare il
trasporto.
aviscomunale.pianezza@gmail.com
Come raggiungerla: In auto.
Provenendo dall’Autostrada/Tangenziale di Torino prendere
l’uscita Corso Regina Margherita. Procedere per 2,5 Km e dopo il cavalcavia
prendere il controviale. Percorrete il controviale per 500m e svoltate a destra
all’interno del parco. L’accesso al parco normalmente vietato è consentito ai
clienti di Cascina Marchesa.
Provenendo dal centro di Torino dovete fare inversione a U perchè cascina
Marchesa si trova sul lato opposto della strada. Per farlo percorrete Corso
Regina Margherita fino all’uscita Via Pietro Cossa subito dopo il cavalcavia.
Salite sul cavalcavia e non appena imboccate Via Pietro Cossa prendete la prima
uscita per ritornare su Corso Regina Margherita. Rientrate sul corso e poco
dopo prendete il controviale. Percorrete il controviale per 500m e svoltate a
destra all’interno del parco. L’accesso al parco normalmente vietato è
consentito ai clienti di Cascina Marchesa.
Provenendo da Corso Marche prendete Corso regina Margherita in direzione Centro
città, procedete per 1,3Km e dopo il cavalcavia prendere il controviale.
Percorrete il controviale per 500m e svoltate a destra all’interno del parco.
L’accesso al parco normalmente vietato è consentito ai clienti di Cascina
Marchesa.
Provenendo da Via Pietro Cossa prendete l’uscita per Corso Regina Margherita in
direzione Centro città poco dopo prendete il controviale. Percorrete il
controviale per 500m e svoltate a destra all’interno del parco. L’accesso al
parco normalmente vietato è consentito ai clienti di Cascina Marchesa.
Un pò di storia: Le Cascine storiche di Torino.
C'è, a Torino, un patrimonio storico e culturale di
fondamentale importanza, che viene spesso dimenticato, in primis dagli stessi
torinesi. Un patrimonio fatto di tradizioni, e spesso ormai di soli ricordi,
rappresentato dal considerevole numero di cascine storiche che costellano tutta
la periferia cittadina, specialmente quella di quartieri come Madonna di
Campagna, Falchera, Villaretto: luoghi dove già i nomi rimandano ad un passato
rurale che è finito soltanto l'altro ieri. Il trascorso agricolo della città si
manifesta anche nel nome di quartieri più centrali, come la Crocetta, che
ancora a metà Ottocento era la periferia della città.
Torino era la capitale di un regno; ma era una capitale diversa dalle altre:
quando ancora era la prima città d'Italia, Torino aveva ancora una struttura
agricola, ben visibile in tutti i suoi quartieri popolari. L'anima della città
è stata dunque segnata da due componenti, quella militare (erede di quattro
secoli di presenza di soldati e fortificazioni) e quella agricola. E che fine
hanno fatto queste due anime? Quella militare, lo sappiamo bene, è svanita con
l'abbattimento della Cittadella a metà Ottocento e con la perdita del ruolo di
capitale; quella agricola, invece, è cessata molto più recentemente: ancora
poche decine di anni fa si potevano vedere le ultime cascine attive in
quartieri oggi del tutto inglobati nel contesto urbano. E cosa rimane di questa
componente così importante della nostra periferia? Molto poco.
Le cascine storiche sono ridotte per lo più a ruderi. Complessi di importanza
notevole, come l'antico Airale, cascina di impianto medievale, sono oggi in uno
stato di abbandono così pietoso che sembra impossibile che possano tornare al
loro antico splendore. Anche edifici come la Pellerina, cascina che ha dato il
nome al parco più grande di Torino, sono seriamente compromessi. Per non
parlare della storica e antichissima Grangia di via Ricaldone, abbattuta nel
2000 per far posto ad un centro per anziani mai realizzato (oggi ne restano
solo i muri perimetrali). Ancora meno resta della Morozzo di via Sismonda,
l'antico complesso dove abitò anche Nostradamus nel suo soggiorno torinese.
Per lo più, questi antichi spettri che rimangono come muti testimoni di un
passato che fu ricordano ai torinesi l'epopea della Guerra di Successione
Spagnola, con il celebre assedio del 1706. A Lucento e Madonna di Campagna si
asserragliarono di francesi: e tracce di quella cruenta battaglia si possono
rintracciare, ad esempio, alla Fossata, cascina che è sempre più compromessa,
per la quale esiste però un progetto di riqualificazione. Ecco: riqualificare
questi testimoni del passato. Lo si è fatto, ad esempio, con il complesso della
Giajone di via Guido Reni, diventata sede della Circoscrizione Due, con la
Roccafranca di via Gaidano e con la Marchesa della Pellerina. Ma se queste
cascine si sono salvate, non è successo per altri monumenti, come l'Armano di
corso Tirreno, l'antica La Marmora in località Falchera o lo spettacolare
complesso del Drosso, castello medievale che conserva ancora le cascine che lo
contornavano e che oggi attende ancora una mano pietosa che lo restauri. Il
fatto di essere costruzioni di campagna non rende meno importanti queste costruzioni,
simbolo della nostra periferia: forse, per poter abbracciare il suo futuro, Torino
ha forse bisogno di riscoprire anche questi monumenti del suo passato più
intimo.
La Cascina Marchesa è localizzata sulle rive della Dora e trae la sua origine
da una grangia cinquecentesca come attesta il “tippo”, cartografia
cinquecentesca rurale, dell’area a cavallo della Dora realizzato negli anni
1579-80 dai fratelli misuratori De Ferrary e dal pittore ducale Giacomo
Rossignolo. La Marchesa è l’immagine del modello della cascina torinese dopo la
seconda metà del Settecento, suddivisa in due aree: la corte rustica e la villa
con la cappella. Attorno alla corte rustica si localizzano casi da terra,
stalle con fienili e l’abitazione del massaro a due piani fuori terra.
L’edificio della villa, a due piani fuori terra, è localizzato al fianco del
rustico.
Il piano superiore, nel corpo centrale arretrato, è connotato da una galleria a
tre arcate, sovrastante l’ingresso del terreno. Molto rilevante è il disegno
degli abbaini. Altro elemento caratteristico è la torre colombaria, posta nella
giunzione tra villa e abitazione rurale. Al piano terreno dell’ala destra si
trova la cappella.
(da TorinoToday e http://www.cascinamarchesa.com)“