martedì 3 novembre 2015

Pranzo Sociale 2015 alla Cascina la Marchesa



Domenica 15 Novembre presso il Ristorante Cascina Marchesa – C.so Regina Margherita n. 371, Torino -  (parco della Pellerina - http://www.cascinamarchesa.com ),  ritrovo presso il ristorante stesso alle ore 12,30.
Chi avesse difficoltà a raggiungere il ristorante con mezzi propri è pregato di segnalarlo ad AVIS Comunale Pianezza  e noi provvederemo ad organizzare il trasporto.

aviscomunale.pianezza@gmail.com

Come raggiungerla:  In auto.

Provenendo dall’Autostrada/Tangenziale di Torino prendere l’uscita Corso Regina Margherita. Procedere per 2,5 Km e dopo il cavalcavia prendere il controviale. Percorrete il controviale per 500m e svoltate a destra all’interno del parco. L’accesso al parco normalmente vietato è consentito ai clienti di Cascina Marchesa.

Provenendo dal centro di Torino dovete fare inversione a U perchè cascina Marchesa si trova sul lato opposto della strada. Per farlo percorrete Corso Regina Margherita fino all’uscita Via Pietro Cossa subito dopo il cavalcavia. Salite sul cavalcavia e non appena imboccate Via Pietro Cossa prendete la prima uscita per ritornare su Corso Regina Margherita. Rientrate sul corso e poco dopo prendete il controviale. Percorrete il controviale per 500m e svoltate a destra all’interno del parco. L’accesso al parco normalmente vietato è consentito ai clienti di Cascina Marchesa.

Provenendo da Corso Marche prendete Corso regina Margherita in direzione Centro città, procedete per 1,3Km e dopo il cavalcavia prendere il controviale. Percorrete il controviale per 500m e svoltate a destra all’interno del parco. L’accesso al parco normalmente vietato è consentito ai clienti di Cascina Marchesa.
Provenendo da Via Pietro Cossa prendete l’uscita per Corso Regina Margherita in direzione Centro città poco dopo prendete il controviale. Percorrete il controviale per 500m e svoltate a destra all’interno del parco. L’accesso al parco normalmente vietato è consentito ai clienti di Cascina Marchesa.
 

Un pò di storia: Le Cascine storiche di Torino.


C'è, a Torino, un patrimonio storico e culturale di fondamentale importanza, che viene spesso dimenticato, in primis dagli stessi torinesi. Un patrimonio fatto di tradizioni, e spesso ormai di soli ricordi, rappresentato dal considerevole numero di cascine storiche che costellano tutta la periferia cittadina, specialmente quella di quartieri come Madonna di Campagna, Falchera, Villaretto: luoghi dove già i nomi rimandano ad un passato rurale che è finito soltanto l'altro ieri. Il trascorso agricolo della città si manifesta anche nel nome di quartieri più centrali, come la Crocetta, che ancora a metà Ottocento era la periferia della città.
Torino era la capitale di un regno; ma era una capitale diversa dalle altre: quando ancora era la prima città d'Italia, Torino aveva ancora una struttura agricola, ben visibile in tutti i suoi quartieri popolari. L'anima della città è stata dunque segnata da due componenti, quella militare (erede di quattro secoli di presenza di soldati e fortificazioni) e quella agricola. E che fine hanno fatto queste due anime? Quella militare, lo sappiamo bene, è svanita con l'abbattimento della Cittadella a metà Ottocento e con la perdita del ruolo di capitale; quella agricola, invece, è cessata molto più recentemente: ancora poche decine di anni fa si potevano vedere le ultime cascine attive in quartieri oggi del tutto inglobati nel contesto urbano. E cosa rimane di questa componente così importante della nostra periferia? Molto poco.
Le cascine storiche sono ridotte per lo più a ruderi. Complessi di importanza notevole, come l'antico Airale, cascina di impianto medievale, sono oggi in uno stato di abbandono così pietoso che sembra impossibile che possano tornare al loro antico splendore. Anche edifici come la Pellerina, cascina che ha dato il nome al parco più grande di Torino, sono seriamente compromessi. Per non parlare della storica e antichissima Grangia di via Ricaldone, abbattuta nel 2000 per far posto ad un centro per anziani mai realizzato (oggi ne restano solo i muri perimetrali). Ancora meno resta della Morozzo di via Sismonda, l'antico complesso dove abitò anche Nostradamus nel suo soggiorno torinese.
Per lo più, questi antichi spettri che rimangono come muti testimoni di un passato che fu ricordano ai torinesi l'epopea della Guerra di Successione Spagnola, con il celebre assedio del 1706. A Lucento e Madonna di Campagna si asserragliarono di francesi: e tracce di quella cruenta battaglia si possono rintracciare, ad esempio, alla Fossata, cascina che è sempre più compromessa, per la quale esiste però un progetto di riqualificazione. Ecco: riqualificare questi testimoni del passato. Lo si è fatto, ad esempio, con il complesso della Giajone di via Guido Reni, diventata sede della Circoscrizione Due, con la Roccafranca di via Gaidano e con la Marchesa della Pellerina. Ma se queste cascine si sono salvate, non è successo per altri monumenti, come l'Armano di corso Tirreno, l'antica La Marmora in località Falchera o lo spettacolare complesso del Drosso, castello medievale che conserva ancora le cascine che lo contornavano e che oggi attende ancora una mano pietosa che lo restauri. Il fatto di essere costruzioni di campagna non rende meno importanti queste costruzioni, simbolo della nostra periferia: forse, per poter abbracciare il suo futuro, Torino ha forse bisogno di riscoprire anche questi monumenti del suo passato più intimo.

La Cascina Marchesa è localizzata sulle rive della Dora e trae la sua origine da una grangia cinquecentesca come attesta il “tippo”, cartografia cinquecentesca rurale, dell’area a cavallo della Dora realizzato negli anni 1579-80 dai fratelli misuratori De Ferrary e dal pittore ducale Giacomo Rossignolo. La Marchesa è l’immagine del modello della cascina torinese dopo la seconda metà del Settecento, suddivisa in due aree: la corte rustica e la villa con la cappella. Attorno alla corte rustica si localizzano casi da terra, stalle con fienili e l’abitazione del massaro a due piani fuori terra.
L’edificio della villa, a due piani fuori terra, è localizzato al fianco del rustico.
Il piano superiore, nel corpo centrale arretrato, è connotato da una galleria a tre arcate, sovrastante l’ingresso del terreno. Molto rilevante è il disegno degli abbaini. Altro elemento caratteristico è la torre colombaria, posta nella giunzione tra villa e abitazione rurale. Al piano terreno dell’ala destra si trova la cappella.






(da TorinoToday e http://www.cascinamarchesa.com)“