Vorrei fare un ringraziamento sentito e profondo a
tutti coloro che mi hanno supportato ed aiutato in questi anni, dandomi una
collaborazione proficua e un impegno costante.
Ma un ringraziamento particolare lo porgo ai tanti
donatori che in questi lunghi anni hanno offerto un dono fra i più preziosi che
mente umana possa concepire, il proprio sangue, cioè una parte di se stessi.
Vorrei essere portavoce del ringraziamento di tutte le persone malate che,
grazie al vostro dono, hanno ricominciato a vivere una vita migliore.
Un pensiero particolare va a tutti i donatori che non
ci sono più, ma i loro nomi e il loro ricordo sarà per sempre scolpito nel
nostro cuore.
Sono costoro, tanti pianezzesi generosi ed altruisti,
che veramente hanno fatto grande la nostra Sezione, una delle più significative
della Provincia di Torino.
Perché importante la nostra Sezione? Perché negli ultimi due anni abbiamo superato
le mille donazioni annue e nell’anno scorso abbiamo raggiunto le 1170,
posizionandoci quarto Comune della provincia di Torino; fatta la dovuta percentuale
tra donazioni e numero di residenti possiamo affermare che siamo la prima
Sezione della Provincia di Torino. Di questo vado orgoglioso e vi ringrazio
infinitamente; sono certo che, tutti insieme, potremo fare ancora di più nel
futuro.
In questi anni nell’Avis sono stati fatti notevoli
cambiamenti: ci è stato richiesta una miglior gestione di donazioni di sangue
intero e conseguentemente un aumento di quelle di plasma in aferesi per evitare
sprechi dovute alla scadenza delle scorte; è stato avviato il prelievo in
differita per i nuovi donatori che ha consentito una maggiore sicurezza
trasfusionale e una più assidua fidelizzazione.
Ma ora torniamo alla nostra Sezione: nonostante
notevole carenza di liquidità dovuta ai ritardi nei rimborsi, siamo riusciti ad
effettuare numerose iniziative tra cui gite e pranzi sociali annuali; non
abbiamo mai trascurato gli auguri di fine anno, accompagnati da un buon
panettone e bottiglie di vino ed il solito calendario sempre più richiesto e
gradito. Vi posso assicurare che ultimamente i ritardi si stanno riducendo e
spero che, a breve, il tutto si vada normalizzando.
Naturalmente vorrei ancora ringraziare
l’Amministrazione Comunale che ci supporta fornendoci la Sede e offrendoci
collaborazione.
A nome mio e del Direttivo che rappresento porgo un
caloroso saluto anche a tutte le altre Associazioni operanti sul nostro
territorio.
Per ultimo ancora una considerazione e una richiesta:
abbiamo bisogno di giovani nel nostro Direttivo e invitiamo chi ha un po’ di
tempo libero a partecipare e condividere con noi gioie e dolori; vi assicuriamo
che non rimarrete delusi e non vi annoierete.
Spero di avervi sempre rappresentato in modo serio e responsabile,
e vi assicuro di continuare ad essere sempre vicino a tutti voi con il mio
impegno costante assieme a quello di tutti i miei collaboratori.
Il
Presidente Avis Pianezza
Franco
Pent
È il 27 giugno del 1954 e in via xxv
Aprile 4 a Pianezza un certo Luigi Gili, personaggio alto e possente con grande
generosità d'animo, decide di fondare l’Avis Comunale di Pianezza, una piccola
sede della provincia di Torino che dietro la spinta dei suoi più fervidi
sostenitori (Elio Cogo, Alessandro Cannellone, Giuseppe Marescotti, Franco
Pent, Adriana Fenoglio ecc) ha portato il numero di donazioni a 1170 nel 2018.
Un'iniziativa che dura da sessantacinque anni, CHE BELLO !!!! COMPLIMENTI!
BRAVI! SIETE SPECIALI!
Dopo 10 anni di attività svolta
presso il Centro Tecnico Trasfusionale di via Ventimiglia 1 a Torino in qualità
di medico, l’allora presidente Sandro Fisso e il direttore sanitario Igino
Arboatti mi chiesero se volevo iniziare con loro una nuova avventura nel mondo
della donazione e della solidarietà: aprire il punto di raccolta dell'Avis
Comunale di Torino a Pianezza. Così il 10 gennaio 1994 vennero aperte le porte
della nuova struttura in via Torino 19, oggi via Piave 54.
In tutti questi anni l’Avis è
cresciuta tantissimo, oltre qualsiasi aspettativa; nel 2010 siamo arrivati a
100.000 donazioni, nessuno aveva immaginato un risultato così importante in
così poco tempo. A livello nazionale infatti l’obiettivo era quello di raggiungere
l’autosufficienza per le donazioni di sangue e da lì a breve anche di plasma.
Sangue… emocomponenti... elementi
insostituibili per l’essere vivente; impossibili da creare in laboratorio.
Unica fonte l’essere umano, ma non una persona qualunque, il DONATORE. Una
persona speciale, che rispecchia canoni etici e fisici ben precisi.
Avevo iniziato la mia attività
facendo i turni di Guardia Medica presso l’ospedale psichiatrico di Collegno,
le sostituzioni di medicina di base a Grugliasco, l’attività libero professionale
come odontoiatra prima a Settimo Torinese, poi a Torino. Quando sono entrato a
far parte del mondo avisino mi sono accorto di non essere più un medico come
tutti quelli che esercitano la loro attività, cioè cercando di curare i malati,
ma di avere a che fare con gente sana.
Paradossale….“il medico dei sani”
!!!!!
E sì, perché il Donatore, per poter
essere tale, è una persona sana, e non solo fisicamente ma anche e soprattutto
moralmente.
I principi etici della donazione,
gratuità-anonimato-volontarietà-responsabilità, sono ben racchiusi e
rispecchiabili in questo protagonista del bene altrui. L’atto di generosità che
puntualmente compie evidenzia uno spirito e un animo che va al di là di
qualsiasi attesa: «...il donatore crea un ideale e lo infonde in chi ne ha
bisogno». Mettendo a disposizione non solo parte del proprio corpo ma anche
parte del proprio tempo, mi permetto di definirlo un DONATORE ATTIVO, cioè una
persona che programma il suo gesto e lo attua nei tempi da lui accettati.
Voglio ricordare anche le signore
addette alla refezione post donazione (Grazia De Palma, Vanda Berti, Mariuccia
Olivero, Verra Losanna, Rosso Margherita) e il Signor Italo Precoma. Conobbi
questi Angeli dopo qualche mese che venne aperta l'Unità di Raccolta di Pianezza,
quando le sedute di prelievo avvenivano con una cadenza trimestrale. Per tutto
il personale che lavorava il sabato e la domenica in quell'occasione, diventava
una festa: al termine della mattinata infatti le signore di Pianezza ci
conservavano sempre un buon panino con il salame cotto, o altro, accompagnato
da un bicchiere di vino, rigorosamente di produzione propria.
Anche venire a donare era una festa,
in perfetta sintonia con quello che voleva e vuole essere lo spirito dell’Avis:
un momento di aggregazione sociale. Qui i donatori si incontrano, conversano,
si abbracciano dopo vario tempo che non si vedono e magari organizzano di
rivedersi con le proprie famiglie nel prossimo futuro. L’uno chiede
informazioni dell’altro, o di un suo conoscente. In un piccolo centro della
provincia ritengo che questo sia un aspetto non trascurabile e di grande
importanza associativa. Il fatto di sapere che c’è un punto d’incontro
confortevole e sicuro dove potersi periodicamente incontrare dà probabilmente
la predisposizione a volerci tornare e sperare di rincontrare un vecchio amico
che per cause varie non si frequenta più.
Un caro ricordo a tutti quelli che
non sono più tra noi, ma di cui non dimentico i volti perché in ogni caso sono
stati testimoni attivi del loro tempo.
Un grazie alle Istituzioni del
Comune di Pianezza, che partecipano in modo assiduo alle manifestazioni della
sezione Avis di Pianezza e che cercano di aiutare queste persone che tanto
fanno per la comunità.
Un grazie a tutti i donatori di
Pianezza e ai loro Amministratori, per tutto quello che fanno per il bene di
chi, malato, spera in Loro.
Grazie di vero cuore
Vincenzo
Scialdone.